Scheda Evento
02/07/2019
Dalle:
19.00
alle:
20.00
I trapezisti srls
Via Laura Mantegazza 37
00152
Roma
Dai tuoi occhi solamente
I Trapezisti sono felici di ospitare Francesca Diotallevi con il suo romanzo dedicato alla grande fotografa Vivian Maier.

“Si sfilò la Rolleiflex dal collo, stringendola tra le dita con tanta forza che le nocche sbiancarono. C’erano dei momenti in cui avrebbe solo desiderato scagliarla il più lontano possibile da sé, spaccarla contro un muro o lasciarla scivolare dal bordo di un davanzale, nel vuoto, e restare a guardare mentre si infrangeva in mille pezzi, mille pezzi di lei perduti per sempre”

"L’intenzione è stata, sin dall’inizio, quella di scrivere un libro che provasse a indagare la complessità della donna e dell’artista Vivian Maier, non di riportarne una fedele biografia"

Così scrive l’autrice in una nota posta alla fine del volume. Diotallevi compone un partecipato ritratto della Maier, la quale sapeva che le foto non mentono sulle storie che raccontano, nemmeno le più artificiose. Infatti, c’è sempre un particolare che ne svela l’essenza, un dettaglio capace di rivelarne l’inganno o l’autenticità. Una donna fuori dal comune, antesignana delle “street photos”, il cui materiale fotografico, fu acquistato nel 2007 da John Maloof per 380 dollari dalla casa d’aste RPN Sales, circa tremila negativi e svariati rullini di pellicola non sviluppata.
Maloof ricostruì, tassello dopo tassello, la vita di Vivian, la storia dei suoi scatti e donare al mondo il lavoro prodigioso della Maier.
Francesca Diotallevi ha unito frammenti di informazioni reperibili della tata fotografa e ne ha creato un romanzo, un frutto di fantasia letteraria e autenticità.
Il risultato è un libro toccante, saturo di sentimenti e sofferenze, emozioni e parole taciute, una storia ricca di insicurezze e delusioni colpevoli di aver plasmato un carattere duro e sospettoso nei confronti della vita e delle emozioni forti come l’amore; Storia di una donna e della sua Rolleiflex, vita, amore, famiglia e fotografia.
A presentarci Francesca Diotallevi, l'autrice di questo libro prezioso e appassionante sarà la scrittrice Daniela Cicchetta.

Sinossi
New York, 1954. Capelli corti, abito dal colletto tondo, prime rughe attorno agli occhi, ventotto anni, Vivian ha risposto a un’inserzione sul New York Herald Tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per lei. Le famiglie l’hanno sempre incuriosita. La affascina entrare nel loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui soltanto i bambini le sembrano immuni.
La giovane madre che l’accoglie ha labbra perfettamente disegnate con il rossetto, capelli acconciati in onde rigide, golfini impeccabili. Dietro il suo perfetto abbigliamento, però, Vivian sa scorgere la crepa, il muto appello di una donna che sembra chiedere aiuto in silenzio. Del resto, questo è il suo lavoro: prendersi cura della vita degli altri.
L’accordo arriva in fretta. A lei basta poco: una stanza dove raccogliere le sue cose; una città, come New York, dove potere osservare le vite incrociarsi sulle strade, scrutare mani che si stringono, la rabbia di un gesto, la tenerezza in uno sguardo, l’insopportabile caducità di ogni istante. Ed essere, nello stesso tempo, invisibile, sola nel mare aperto della grande città, a spingere una carrozzina o a chinarsi per raddrizzare l’orlo della calza di un bambino.
Scrutare i gesti altrui e guardarsi bene dall’esserne toccata: questa è, d’altronde, la sua esistenza da tempo. Troppe, infatti, sono le ferite che le sono state inferte nell’infanzia, quando la rabbia di un gesto – di sua madre, Marie, o di suo fratello Karl, animati dalla medesima ira nei confronti del mondo – si è rivolta contro di lei.
Sola nella camera che le è stata assegnata, Vivian scosta le tende dalla finestra, lancia un’occhiata al cortiletto ombroso e spoglio nel sole morente di fine giornata, estrae dalla borsa la sua Rolleiflex e cerca la giusta inquadratura per catturare il proprio riflesso che appare contro l’oscurità del vetro.
È il solo gesto con cui Vivian Maier trova il suo vero posto nel mondo: stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.
Dopo Dentro soffia il vento, Francesca Diotallevi dà un’ulteriore prova del suo talento con uno struggente, autentico romanzo sulla vita di una delle grandi artiste «invisibili» del XX secolo: Vivian Maier, la « tata che ha cambiato, con dedizione silenziosa, la storia della fotografia» (Vanity Fair).


Autrice

Francesca Diotallevi
Francesca Diotallevi è nata a Milano nel 1985. È laureata in Scienze dei Beni Culturali. Tra le sue opere Le stanze buie (Mursia, 2013), Amedeo, je t’aime (Mondadori Electa, 2015) e Dentro soffia il vento (Neri Pozza, 2016), vincitore della seconda edizione del Premio Neri Pozza sezione giovani.

RECENSIONI
«Schiva al punto di scattare migliaia di fotografie senza svilupparle, morta ottantatreenne nel 2009, sola, senza un soldo e senza fama, Vivian Maier ha alimentato il suo mito con la sua invisibilità».
la Repubblica

«Vivian era una donna sola. Se per scelta o per forza, rimane impossibile affermarlo con certezza. Ma non bastano la porta chiusa della sua stanza, le false generalità, il mondo vietato agli altri ad esaurire il quadro».
il Manifesto