Scheda Evento
20/03/2020
Dalle:
19.00
alle:
20.00
I trapezisti srls
Via Laura Mantegazza 40
00152
Roma
La vendetta di Oreste di Giovanni Ricciardi
I Trapezisti sono felicissimi di ospitare Giovanni Ricciardi con il suo ultimo romanzo " La vendetta di Oreste", la nona indagine con protagonista il commissario romano Ottavio Ponzetti, pubblicato da Fazi Editore nella Collana “Darkside” .
A dialogare con l'autore sarà la scrittrice Anna Maria Curci.

Il libro

Un ritorno al passato per Ottavio Ponzetti, sempre coadiuvato dal suo ispettore di fiducia Mario Iannotta, indispensabile per sciogliere i nodi di un mistero molto fitto.
Giovanni Ricciardi, ancora una volta in questa nona indagine, si diverte a disseminare il volume di una serie di citazioni letterarie, che rendono ancora più godibile la lettura. Bonario e rassicurante appare ai lettori il carattere di Ponzetti, la cui pazienza è leggendaria quanto il suo acume.

"L’amore può legare più del sangue. E il sangue a volte più dell’amore."
.
Quest’ultima battuta, pronunciata da uno dei protagonisti del testo avrebbe segnato la storia che il commissario Ottavio Ponzetti, si accingeva a raccontare attraverso la vena fertile di Giovanni Ricciardi. L’anziano Oreste Zarotti, in seguito a una caduta accidentale nella sua abitazione, era stato trasportato in ospedale per essere operato. Prima dell’operazione l’uomo aveva chiesto tramite il figlio Marco di poter parlare con il commissario Ponzetti, amico di famiglia. Ma Oreste non si era più ripreso e se ne era andato, come gli uomini che non si voltano, con il suo segreto.
Trascorsi dieci anni, morta anche Nina, la moglie di Oreste, Marco, il figlio della coppia, aveva chiesto a Ponzetti di raggiungerlo nella vecchia abitazione dei genitori situata presso il villaggio Giuliano-Dalmata, sorta di paese alla periferia di Roma dove nei cortili ancora echeggiano dialetti ed espressioni di un tempo ral­lentato dalla nostalgia della patria perduta.

All’interno di un ripostiglio segreto del padre Marco aveva trovato una pistola perfettamente funzionante con ancora sette colpi in can­na, una Tokarev di fabbrica­zione jugoslava, risalente alla II Guerra Mondiale insieme a una lettera di una donna, presumibilmente indirizzata al padre, anche se iniziava con: “Carissimo Ulisse...”.
Una vera e propria lettera d’amore che arrivava dal passato, celata in un’abitazione che aveva conservato pochi ricordi oltre alle voci e dove una coppia, Oreste e Nina, erano vissuti tutta la vita. Quindi due pistole.

Una vera, l’altra di carta. E non so qual è quella che fa più male.

Un ritorno al passato per Ottavio Ponzetti, sempre coadiuvato dal suo ispettore di fiducia Mario Iannotta, indispensabile per sciogliere i nodi di un mistero riconducibile al fatto che Oreste era un profugo istriano. Se Nina era di Fiume, Oreste era nato a Pola, l’uomo e la donna si erano conosciuti al villaggio Giuliano-Dalmata, dove Nina era giunta bambina, mentre Oreste, molto più grande della sua futura moglie, era arrivato nel 1954 a Roma solo, figlio unico, mentre i suoi genitori erano scomparsi, inghiottiti dalla guerra e dalle persecuzioni contro gli italiani. Quindi Oreste non aveva conservato nulla né della sua casa, né della memoria della sua famiglia. Anzi, non parlava mai del suo passato, perché gli procurava troppo do­lore rievocare quei giorni tristi dei rastrellamenti, della gente arrestata in piena notte e poi scomparsa, della pau­ra che spinse gli italiani di Pola a trasferirsi in blocco in Italia.

Giovanni Ricciardi

È professore di greco e latino in un liceo di Roma. Il personaggio da lui creato, il commissario Ottavio Ponzetti, è protagonista di una fortunata serie di romanzi tra cui I gatti lo sapranno, vincitore del premio Belgioioso Giallo 2008; Il silenzio degli occhi, finalista al premio Fenice Europa 2012; Il dono delle lacrime, candidato al premio Scerbanenco 2014. Il penultimo episodio della serie è L’undicesima ora, del 2017. Una raccolta con le prime tre indagini del commissario Ponzetti è uscita nel 2012; un’altra, con altre tre, nel 2015; la terza, con le ultime due, nel 2018.


Anna Maria Curci

E' nata a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. I suoi testi sono apparsi in riviste, in antologie e su lit-blog. Con Fabio Michieli condivide il ruolo di caporedattore del blog letterario“Poetarum Silva”; è nella redazione della rivista trimestrale “Periferie” e del sito “Ticonzero”. Ha pubblicato in rete traduzioni da testi di diversi autori, prevalentemente di lingua tedesca. Sono pubblicate in volume dalla casa editrice Del Vecchio sue traduzioni di poesie da: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio / Sonntags dachte ich an Gott (2012), del romanzo Johanna di Felicitas Hoppe (2014), di poesie da: Hilde Domin, Il coltello che ricorda (2016). Per le edizioni Canopo ha tradotto il racconto dI fortunelli di Felicitas Hoppe. Sue sono le raccolte di poesia: Inciampi e marcapiano (LietoColle 2011), Nuove nomenclature e altre poesie (L’arcolaio 2015).
L'ultima raccolta di poesie di Anna Maria Curci , Nei giorni per versi, pubblicata con Arcipelago itaca Edizioni nel 2019, è stata composta tra il 2014 e il 2019 e sempre parte dalla cifra dell'autrice, cioè la sapiente cura metrica e prosodica, per tenersi in equilibrio tra personale e collettivo.