Le immagini dei deserti attraversano le sensibilità degli occidentali come un silenzio assordante: sono state costruite, nelle epoche diverse, come assenza dell'umano che promette Dio, come abbraccio dell'esotico, come vuoto da paura. I pittori hanno fornito un volto, materializzato queste inquietudini; ma il nome di un luogo e le angolazioni possibili dell'immagine “deserto†sono un affiorare di corpi, contesti, pensieri che vivono all'ombra del simbolo il loro gioco mutevole fatto di storie. Questo testo cerca di formulare almeno un cammino, tra quelli possibili, tra le figure, le cose del loro passato, le parole che le hanno segnate e condizionate: “deserto†sembra prestarsi bene, per il suo carattere di vuoto apparente. Quello in cui temiamo di stare.
Il testo è arricchito da schede analitiche di dipinti di Angelico (o Starnina), Bosch, Grà¼newald, Velazquez, Goya, Hayez, Delacroix, Morelli, Mariani, Rousseau il Doganiere, Dalà, Magritte, Klee.