Logos arriva alla sua quinta edizione con l’intento di comporre un vocabolario comune che evochi e descriva il mondo che vogliamo vivere. Dal 1 al 4 ottobre negli spazi del csoa eXSnia e del parco delle Energie ritorniamo a riflettere su una parola che parta dalle nostre esistenze e arrivi alle possibilità di vivere concretamente
una stagione di cambiamento.
Tema di quest’anno è Benessere.
Il modello capitalistico ci propone – e impone – standard e prospettive di vita che condizionano la nostra idea dello “stare bene†plasmando gli obiettivi che ci poniamo per raggiungerlo. Questo modello di benessere è accessibile a pochi e irraggiungibile per molti e, nello stesso tempo, si basa su logiche individualiste e speculative in cui i corpi vengono mercificati e medicalizzati, i territori devastati e i tempi della vita rigidamente scanditi in nome di un presunto “progressoâ€.
Il benessere è un miraggio per molte persone che scappano dai propri paesi di origine per trovare rifugio in quelli “sviluppati/benestantiâ€; è una scusa per invadere, impoverire paesi, comunità e territori a “colpi di democraziaâ€; è una farsa da mettere in scena tutti i giorni sui media e sulle nostre tavole che nasconde dietro a parole come “sostenibile†e “green-economy†sfruttamento, schiavitù e devastazione dei territori; è un modello distorto di salubrità mentale e fisica per il quale sottoponiamo i nostri corpi a sacrifici che ci vengono richiesti o che a volte ci imponiamo da soli…
Il benessere del capitale significa quindi squilibri geopolitici insanabili, smantellamento delle comunità e della solidarietà sociale, sofferenza psichica diffusa per l’irraggiungibilità degli obiettivi, impossibilità di determinare le nostre vite.
Queste le conseguenze dei “welfare state†(“Stato del benessereâ€) impostati dopo la seconda guerra mondiale nei “benestanti†paesi occidentali per sostenere, con politiche assistenziali, lo sfruttamento delle classi sociali salariate. Ora anche questa maschera è caduta e stiamo assistendo allo smantellamento totale dello stato sociale con tagli alla sanità , all’istruzione, ai servizi di previdenza, imposti dalle ologarchie europee e mondiali.
Può tutto questo essere considerato benessere? Il benessere di chi? A quale costo?
Pensiamo che lo star bene di pochi a discapito dello sfruttamento di tanti non può essere una prospettiva accettabile.
In questa quinta edizione di logos ci proponiamo di uscire da questa prospettiva e di riconsiderare lo stare bene partendo da esperienze attive di autorganizzazione, in cui la rete delle relazioni sociali e di solidarietà , l’autodeterminazione, il rispetto dei territori e dei suoi abitanti sono i punti fondamentali da cui partire, convinti che il benessere o è collettivo o non è.