Scheda Evento
06/03/2020
Dalle:
19.00
alle:
20.00
I trapezisti srls
Via Laura Mantegazza 40
00152
Roma
Donne di Mafia di Liliana Madeo
Venerdì 6 marzo alle 19 sul palco dei Trapezisti protagoniste le Donne, in attesa dell'8 marzo, in questa settimana che dedicheremo al mondo femminile in tutte le sue sfumature, presentiamo la scrittrice Liliana Madeo e il suo libro "Donne di mafia" edito da Miraggi Edizioni, un'analisi attenta e imparziale che descrive il mondo femminile all'interno del contesto mafioso di cui non sempre si è trovato vittima.
A dialogare con l'autrice sarà la scrittrice Cetta De Luca, un grande ritorno ai Trapezisti.

Un libro uscito venticinque anni fa con Mondadori, oggi riedito da Miraggi, racconta in modo asciutto il tumulto che le donne hanno provocato e subìto all’interno di Cosa Nostra. Muovendosi fra silenzi, esplosioni di dolore e di ira, propositi buoni o insensati, ripensamenti, vendette. Le donne tratteggiate dalla penna della Madeo sono un mosaico caleidoscopico di comportamenti umani diversi, nelle loro variabili comuni: quelle che accettano il sistema, godendo degli innegabili benefici derivanti da esso, e quelle che decidono di opporre la propria resistenza al crimine, subendo le conseguenze di tale scelta.
Senza romanzare nessuna delle vicende trattate l’autrice delinea le tipologie femminili che gravitano nel mondo della criminalità organizzata. Parla di first ladies, quelle che vivono defilate dietro le quinte; che non parlano, lasciando a lui ogni onore e responsabilità, entità semi-astratte che nessuno può affermare di conoscere veramente. Complici che scelgono anche una vita nuova, libera, restando al fianco dei propri uomini nei rifugi all’estero o in Italia, cambiando identità pur di rimanere. Le matriarche, quelle che nelle famiglie mafiose ci sono nate, gestiscono traffici, si muovono consapevolmente, sono attive. E poi le altre, finite forse per amore a sposare l’uomo sbagliato; donne che alla fine scelgono un percorso diverso arrivando a compiere l’atto estremo e pericoloso di schierarsi coraggiosamente contro i propri mariti. Di questo prende nota la Madeo, con le sue interviste, i suoi studi, le giornate spese in tribunale.
“L’hanno incontrata coi capelli tinti di rosso. Coi tacchi alti. Finalmente, anche, con bei vestiti. È parsa come trasformata. Una persona con una propria identità. Non più la moglie di un boss, anzi di un boss che s’è fatto traditore.”
Il ruolo della donna nel corso dell’ultimo ventennio trova la sua emancipazione anche all’interno dell’organizzazione criminale, con mogli e figlie che hanno studiato, hanno assunto ruoli manageriali, si sono ritagliate un loro spazio d’azione seppure in un contesto ancora fortemente maschilista. Una narrazione di genere con il segno meno e dalle tinte scure che oggi, ancor più che vent’anni fa, risulta di grande attualità.