Scheda Libro
Danzeranno gli insetti
Poesia Contemporanea
Sonia Lambertini
Marco Saya Edizioni
Anno:
2016
Prezzo:
10,00
Ean:
9788898243310
Argomento:
Vario , Letteratura
Genere:
Vario
Pagine:
45
Supporto:
Brossura
Stato:
In Commercio
Sinossi
La scrittura poetica – la sua rappresentazione sospesa, allusiva,tagliata – sembra ripetere, con ossessiva persistenza, la cerimonia
di un gioco ambiguo: essa mostra ed elude, lancia-nasconde: e tu vedi che il reale compare dispare, in un istante, nella luminescenza
ombrosa di un solo verso. La rappresentazione spezzata della poesia ricorda, in ciò, il famoso gioco del rocchetto analizzato da
Freud: un'attività  ludica nella quale un bambino «usava tutti i suoi giocattoli per giocare a ‘gettarli via'». E in che cosa consisteva,
questo strano giocare a gettare via? Il bambino del racconto lancia un oggetto legato con un filo, lo allontana facendolo spari-re; il
nuovo piacere è costituito dalla riapparizione di quell'oggetto (e dal lancio rinnovato). «Questo era dunque il gioco completo –
sparizione riapparizione – del quale era dato assiste-re di norma solo al primo atto, ripetuto instancabilmente come gioco a sé
stante, anche se il piacere maggiore era legato indubbiamente al secondo atto». La voce di un poeta chiama le sembianze, le forgia e dà  loro sostanza;eppure, le sue parole giocano, in fondo, sempre e soltanto con la morte: e proprio come quel bambino che speri-menta che
cosa significhi essere e non essere più, esserci e svanire, apparire e dissolversi, il poeta avverte e inscena lo spettro della mancanza e, fissando per un attimo l'emergere della vita, il suo volto così bello e così facilmente consumabile, ne fotografa la vanità , la stupefazio-ne del suo essere nulla. Leggendo questa nuova raccolta di Sonia Lambertini, ci sembra di intravvedere una segreta orrispondenza tra la sua scrittura e il gioco, misterioso e apparentemente innocente, del rocchetto del racconto freudiano.
La poesia di Sonia Lambertini si muove con la consapevolezza di questo combattimento, a-spro e solenne, contro lo specchio del
mostrarsi e del perire: l'esistente è vissuto con l'angoscia irreversibile di uno scivolamento continuo nelle tenebre della nullificazione, in uno spazio della perdita in cui si mostra, minacciosa, la «graticola di dio» che «è sempre ben fornita», e che assicura «il taglio della carne curato». La parola è straziata, rinchiusa nella dolente visione di «aste deserte», di angosciose rileva-zioni di inservibili «numeri / stropicciati». Essa non giunge a una sintesi finale, né sa toccare il confine salvifico di una finanche provvisoria risposta. La nostra voce espone, dunque, soltanto il nostro precipitare: la consapevolezza di non rien-trare «tra i clienti affezionati».
Il poeta è il martire-testimone del proprio auto-annullamento, e della sconfinata vanità  di tutto l'esistere. Rileva Michel Butor che è appunto il sacrificio del martire, l'ostensione della propria morte, a «mostrare la testimonianza per eccellenza»; ed è appunto – paradossalmente – nel martirio che il grande sacrificato inizia a conoscere e a mirare, nella sua interezza,«il momento della verità  […] in cui diventa davvero se stesso». Nella scrittura di Sonia Lambertini si verifica una lotta costante con ciò che emerge all'improvviso e che testé si frange e si dissolve entro la scura vertigine dell'indistinto e del nulla: ed è così che, dilaniata e spezzata dall'insistere del «gioco completo della sparizione-riapparizione», la sua parola poetica si fa autentica e vivente proprio in virtù della estrema deperibilità  (e della infinita fragilità ) del mondo che registra e rappresenta. (Mario Fresa)
Giacenze
denominazioneindirizzocapcittacopie