"La poltrona umana" è il titolo di uno dei sei celeberrimi racconti scritti nel 1925 da Edogawa Ranpo, padre del noir giapponese, e presenti in questo volume. Gli altri cinque racconti sono gli altrettanto noti: "Il delitto della salita D.", "Il test psicologico", "La banda della mano nera", "Occhi dalla soffitta" e "Il bacio", in cui l'autore, oltre a far esordire il giovane detective Akechi Kogoro, introduce le tematiche classiche della sua scrittura tra cui quella del doppio, l'ossessione per il crimine e le perversioni sessuali, il voyeurismo, nonché l'attrazione verso gli specchi in uno stile squisitamente erotico-grottesco. Tra i protagonisti dei suddetti racconti, Ranpo presenta Goda Saburo, un giovane crossdresser che si rinchiude nel proprio armadio per poi aggirarsi silenzioso nell'oscurità dei sottotetti con l'intento di spiare gli ospiti della pensione dove alloggia; Fukiya Seichiro, uno sfaccendato studente che è fatalmente attratto dai propri impulsi omicidi; la misteriosa Ohana che provoca la gelosia del marito perché coinvolta in un ambiguo rapporto con il di lui datore di lavoro; e infine il misterioso artigiano di poltrone con la sua ossessione per i corpi delle sue ignare vittime. "La poltrona umana" e gli altri racconti di questa raccolta, classici imperdibili della letteratura giapponese mistery, sono il manifesto di una società che cambiava a un ritmo sempre più incalzante e di un'intera generazione di giovani risucchiata giocoforza nel mito della "modernità" nipponica degli anni venti.